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Il nostro istituto, nella città di Bari e anche in provincia, è solitamente indicato come “il Convitto” Domenico Cirillo o, più comunemente, come “il Cirillo”. Ma chi è questo personaggio a cui è intitolata la nostra scuola? Lo scopriamo insieme con queste brevi note biografiche.
Il 10 aprile del 1739 a Grumo Nevano nasce Domenico Cirillo, figlio del medico e botanico Innocenzo e di Caterina Capasso.
A 16 anni si iscrive all’Università di Napoli e, a soli 20 anni, si laurea in Medicina e Chirurgia, precisamente il 2 dicembre 1759. Nel 1770 vince il concorso per la cattedra di Botanica che , da lì a quattro anni, abbandonerà. Nel 1774 condurrà la cattedra di Patologia e Materia Medica, diviene medico personale della famiglia Reale, e questo gli permette di fare molti viaggi, fra i quali quelli in Francia e in Inghilterra, dove conosce nuove dottrine e nuove amicizie tra le quali Nollet, Buffon, D’Allembert, Diderot e Franklin.
E’ proprio dalla Francia che acquisisce l’idea di liberismo e di Repubblica che lo porta ad essere uno degli artefici della Repubblica Napoletana.
Durante la Repubblica Napoletana inizialmente si dedica più che mai alla sua attività di medico: si racconta che se veniva chiamato da un ricco e da un povero preferiva visitare prima il povero e poi il ricco, dicendo che: “l’arte salutare deve esercitarsi a sollievo della misera umanità e noncome strumento per procacciarsi ricchezze”.
E’ solo dopo un pò che accetta di divenire presidente della Commissione Legislativa: a questo punto lascia la sua attività e si dedica alla politica.
Tutto ciò non dura a lungo poiché, la Repubblica Napoletana, cade di lì a poco sotto l’attacco delle armate Sanfediste (guidate dal Cardinal Ruffo) prima e dall’ammiraglio Nelson dopo. Domenico Cirillo viene imprigionato dapprima nella stiva del vascello da guerra “San Sebastian” e poi trasferito nella “fossa del coccodrillo” di Castel Nuovo.
Dopo quattro mesi di prigionia nella cella del Maschio Angioino, la mattina del 29 ottobre del 1799 veniva condotto, insieme ad altri patrioti come Mario Pagano ed Eleonora Pimentel Fonseca, al patibolo in Piazza Mercato ma, prima di morire,rivolgendosi al suo accusatore gli dice: “Io sono un Uomo, tu sei un servo. Domenico Cirillo da Grumo Nevano!”.
Il suo corpo venne gettato in una fossa comune nella Chiesa del Carmine. Questo figlio di Grumo Nevano è ricordato in tutto il mondo e molte scuole e strade portano il suo nome, per ricordare le sue gesta sia come medico, sia come politico ma soprattutto come uomo.
Domenico Cirillo è stato un medico illuminato al punto che alcuni suoi metodi ancora oggi, a distanza di oltre 2 secoli, vengono ancora usati (anche se tecnologicamente perfezionati). Domenico Cirillo è stato un politico che ha avuto il coraggio di schierarsi contro il suo Re e contro il suo padrone.
Domenico Cirillo e stato un uomo che piuttosto che sottomettersi e venire meno alle sue idee ha preferito morire da uomo libero.
(F. Lo Re)
Monumento dedicato a Domenico Cirillo nella piazza principale di Grumo Nevano.
“…L’esercizio della carità, gli effetti de’ pronti soccorsi contro la fame, la nudità, il freddo, e le atroci e distruttrici malattie, formano la gioia dell’uomo veramente nato per giovare alla Società”.
(D. Cirillo, Prefazione a Id., Discorsi accademici, L’anno 1799, p. 4)